La mostra è dedicata all’artista italiana Fulvia Levi Bianchi (1927-2006), attiva nella scena milanese a partire dagli anni Cinquanta. L’opera di Levi Bianchi si distingue per un linguaggio simbolico incentrato su due elementi primari: l’uovo, archetipo della vita e della creazione, e il seno, metafora della genesi e dell’infinito. Attraverso la pittura e la scultura, Levi Bianchi dà vita a immagini di grande potenza evocativa, sospese tra il reale e l’astratto, tra surrealismo e metafisica. Promossa a livello internazionale da Alexander Iolas e sostenuta dal critico Pierre Restany, si afferma come una delle voci più innovative della scena artistica del suo tempo, oggi meritevole di una riscoperta.
Tommaso Calabro